come funzione di sostegno al bambino malato nel processo evolutivo della sua personalità
Il bambino oncologico si trova in un tempo di evoluzione della sua personalità, evoluzione che può essere seriamente compromessa dalla malattia oncologica e dalla condizione di incertezza che la contraddistingue. Ne viene di conseguenza che deve essere sollevato il più possibile dalla percezione della precarietà che può arrivare determinare uno sviluppo anomalo nell’ esistenza di un bambino; la progettualità è indispensabile soprattutto quando quando le condizioni di vita si fanno talmente difficili da diventare quasi insostenibili. Il bambino oncologico ha oggi molte probabilità di riuscire a debellare la malattia ma deve comunque affrontare un lungo e faticoso percorso per le terapie, le alternanze dei ricoveri, la difficoltà ad adattarsi alla nuova situazione che si protrae nel tempo e l’obiettivo di chi si prende cura di lui non può che essere quello di non limitarsi “al controllo della malattia, ma deve mirare ad assicurargli l’inserimento e la permanenza nella vita sociale al più alto livello possibile” (Jankovic M., La gestione globale del bambino malato di tumore, in L’assistenza ai Bambini Malati di Tumore – Manuale per la formazione dei volontari, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2010, p.23).